Un altro cratere da impatto ben conservato
NASA/JPL-Caltech/UArizona
Un altro cratere da impatto ben conservato
ESP_025450_1595
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Questa ripresa è costituita da una coppia di immagini stereo (vedi il file anaglifo) di un cratere da impatto ben preservato, largo circa 6 o 7 chilometri da un estremo all’ altro. Per ben conservato intendiamo un cratere dai bordi netti, con una cavità interna profonda, con le morfologie causate dall’ impatto intatte fino alla scala di alcune decine di metri e pochi segni di riempimento o di degrado ad opera di una serie di processi (successivi impatti, vulcanesimo, attività tettonica, flussi di ghiaccio, erosione e riempimento operati dal vento, ecc.)

Alla risoluzione spaziale consentita da HiRISE, quasi tutti i crateri di Marte presentano un certo stadio di alterazioni, provocate da successivi impatti meno violenti, dai depositi e/o dall’ erosione effettuata dal vento e da movimenti verso il basso di materiale situato su pendii scoscesi.

Ci sono centinaia di immagini di crateri marziani ben conservati, che vanno da 1 metro a più di 100 chilometri di ampiezza. Tali obbiettivi sono di grande interesse, per più di una ragione: primo, per la migliore comprensione dei fenomeni di craterizzazione da impatto, un fondamentale processo che avviene sulla superficie. Secondo, tali crateri spesso portano alla luce il substrato roccioso che costituisce le loro ripide pareti e, se il cratere è grande abbastanza, il picco centrale che si trova sul fondo. Nello stesso modo in cui i geologi terrestri sono attirati dai substrati rocciosi messi in evidenza dallo sbancamento del terreno per la costruzione di nuove strade, così i planetologi sono attratti dai crateri in ottimo stato di conservazione.

Terzo motivo, spesso i pendii ripidi rivelano processi in corso, come la formazione di gravine, la caduta di blocchi di roccia e le tracce scure che si formano a seguito di una varietà di fenomeni. Alcuni di questi processi possono essere messi in relazione con la presenza di acqua, dal momento che il cratere potrebbe esporre alla vista cuscini di ghiaccio o acqua salmastra, o creare zone in cui i raggi del sole non penetrano mai intrappolando così sostanze volatili, oppure ancora portare alla luce formazioni saline che possono ricavare l’ acqua dall’ atmosfera marziana.

Traduzione: Roberto Gorla

 
Data di acquisizione
31 dicembre 2011

Ora su Marte
2:52 PM

Latitudine (centrata)
-20.4°

Longitudine (Est)
59.1°

Altitudine della sonda
266.7 km

Scala originale dell’immagine
26.7 cm/pixel (con 1 x 1 binning) e gli oggetti di 80 cm attraverso sono risolti

Scala dell’immagine proiettata:
25 cm/pixel

Immagine proiettata
Equirettangolare (e il nord è su)

Angolo di emissione
15.9°

Angolo di fase
69.5°

Angolo di incidenza del Sole
58°, e il Sole è localizzato 32° sopra l’orizzonte

Longitudine solare
50.7°, primavera settentrionale

JPEG
Nero e bianco:
proiettato  non proiettato

Colore IRB:
proiettato  non proiettato

Colori combinati IRB:
proiettato

Colori combinati RGB:
proiettato

Colore RGB:
non proiettato

JP2 per scaricare
Nero e bianco:
proiettato (553 MB)

Colore IRB:
proiettato (319 MB)

JP2 EXTRAS
Nero e bianco:
proiettato  (274 MB)
non proiettato  (281 MB)

Colore IRB:
proiettato  (96 MB)
non proiettato  (250 MB)

Colori combinati IRB:
proiettato  (125 MB)

Colori combinati RGB:
proiettato  (119 MB)

Colore RGB:
non proiettato  (246 MB)
3D
Proiettato, risoluzione ridotta (PNG)
JP2 per scaricare

Etichette per i prodotti
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NB
IRB: Infrarosso–rosso–blu
RGB: Rosso–verde–blu


Addenda
Il Jet Propulsion Laboratory della NASA dirige la sonda MRO. La fotocamera fu costruita da Ball Aerospace & Techologies Corp., e il suo progetto è realizzato dall’Università dell’Arizona.